Via Piave – Riqualificazione Urbana in Bioarchitettura – Senigallia

13 aprile 2008 § 1 Commento

Il progetto di riqualificazione edilizia ed urbana dell’area di Via Piave interessa una zona compresa nell’abitato di Senigallia (Provincia di Ancona), posta a ridosso del centro storico e, a contatto con le zone di più recente espansione, che, nei decenni scorsi, hanno visto un elevato degrado urbanistico, edilizio e sociale.

L’intervento si presenta come un esempio pilota di riqualificazione urbana, attenta ai principi dell’edilizia sostenibile e biocompatibile, realizzata a costi contenuti.

Il Comune di Senigallia, proprietario della maggior parte dell’area di via Piave, ha stipulato una convenzione con la cooperativa CAMAC per redigere uno studio sul recupero complessivo del sito e sulla sua riqualificazione.

L’area oggetto dell’intervento, adiacente allo stadio comunale, era occupata da edifici costruiti negli anni ’30 che versavano in un grave stato di degrado.

Il progetto prevede la realizzazione di 21.723 mc di superfice residenziale e 5.596 a destinazione commerciale e direzionale, la realizzazione di circa 60 alloggi, di cui una parte riassegnata agli attuali residenti ed un’altra assegnata a prezzo convenzionato con il Comune.

5.000 mc, sono invece destinati dal Comune di Senigallia allo IACP.

L’impianto insediativo realizzato è composto da tipi edilizi tradizionali (alloggi in linea e duplex) che danno luogo ad un edificio ad L e un corpo di fabbrica isolato prospiciente a questo.

Il basamento dell’edificio sporgente e porticato, destinato quasi interamente a funzione terziario-commerciale, si propone come percorso pubblico, mentre lo spazio connettivo tra i due edifici si caratterizza per la presenza di uno spazio pubblico e di un percorso pedonale immerso nel verde.

Il progetto si contraddistingue per l’uso di tecnologie bioedili:

– trattamento delle facciate ventilate con sistemi a doghe in legno, laterizio e intonaci di calce idraulica naturale, coperture realizzate per la maggiorparte a botte ribassata in legno lamellare con tetto ventilato.

– I materiali da costruzione scelti sono finalizzati alla realizzazione di un edificio sano e capace di consentire risparmi in termini di materie prime ed energia, assicurando benessere e salubrità agli spazi interni.

– Le murature di tamponamento sono realizzate con blocchi termici in laterizio, porizzati con cellulosa, posati con malta a base di calce idraulica naturale ideale nelle opere di costruzione che seguono le indicazioni della Bioedilizia. Per l’esterno è stato utilizzato un intonaco a base di calce idraulica naturale ed inerti leggeri selezionati. La scelta della curva granulometrica e della tipologia di inerte leggero consentono ottima resa ed estrema facilità applicativa, mantenendo elevate le caratteristiche meccaniche e l’adesione al supporto. La finitura della superficie esterna viene realizzata con “stabilitura colorata” di calce idraulica naturale, calce aerea idrata, e terre colorate. Per quanto riguarda gli isolamenti sono stati utilizzati pannelli in fibra di legno. La scelta di questi materiali di origine naturale elimina il problema delle emissioni di sostanze tossiche nel corso degli anni, dovute all’impiego di vernici e altri materiali sintetici o addizionati chimicamente.

L’impostazione progettuale, grazie anche al contributo dell’INBAR, si avvale delle più recenti soluzioni bioclimatiche finalizzate al risparmio energetico, come l’utilizzo di impianti termici in teleriscaldamento (impianto di riscaldamento centralizzato con contabilizzazione singola), integrati con componentistica solare e reti duali per gli impianti idrici con l’utilizzo dell’acquedotto industriale comunale.

Conclusione:

Il termine bioarchitettura ed i suoi derivati sono ormai sulla bocca di tutti. I notevoli sforzi istituzionali tesi a costruire una reale ed operante cultura ecologica hanno piuttosto generato un fenomeno di consumo in cui il prefisso ‘bio’ si sposa spesso con sostantivi di natura varia. Lo stesso quadro legislativo fatica ad essere compreso e metabolizzato con il risultato che la progettazione architettonica ed edilizia ha recepito l’introduzione della Certificazione Energetica come l’ennesima complicazione burocratica nel percorso ad ostacoli che porta ałl’ottenimento dełl’agognato Permesso a Costruire. L’esempio qui riportato testimonia la possibilità di realizzare un edificio in cui le soluzioni tecniche e progettuali destinate alla sostenibilità sono pienamente integrate nel sistema-edificio e non considerate accessori da applicare a posteriori all’organismo costruttivo.

Il costruire sostenibile necessita di un nuovo approccio al progetto.

Infine colpisce come un’amministrazione pubblica, sempre limitata da lacci e lacciuoli politici e perennemente a corto di finanziamenti, abbia saputo organizzare un processo di ristrutturazione e risanamento urbano in presenza di un tessuto complesso ed ampiamente compromesso (nella zona insisteva ormai una baraccopoli disordinata e malsana). Questo intervento é il risultato di un corretto e proficuo rapporto tra amministrazione pubblica, parti sociali e progettisti.

alessia del bianco, carlo de mattia, luisa gentili

(le foto sono di alessia del bianco e di luisa gentili;

gli schemi sono stati elaborati da laura passarini )

DATI:

Area complessiva: 11.500 mq

Lotti fondiari: 4.300 mq

Superficie a parcheggio e strade: 3.500mq

Area a verde e spazi pubblici: 3700mq

Alloggi previsti: 60

Unità a destinazione terziaria: 20

Volume dell’edificio: 27.300 mc

Superficie dell’edificio: 9.500 mq

Costo di costruzione: 5000000 €

Costo di vendita: 1800-2000 €/mq

Progetto architettonico: Arch. Mario Gentili

Progetto strutture e impianti: Ing. Geri Flamma – Ing. Mauro Mancini

Consulenti INBAR: Ing. Francesco Marinelli, Arch. Angelo D’Amico

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